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29 SETTEMBRE 2013 ore 21:26
News INAF

Inaugurazione di SRT, la parola a D'Amico

Il commento di Nichi D'Amico alla vigilia dell'inaugurazione di SRT
Il 30 settembre il Sardinia Radio Telescope (SRT) verrà inaugurato formalmente, con una cerimonia a cui interverranno centinaia di persone tra personalità politiche e astronomiche, astronomi da tutta Italia ed Europa, ricercatori degli enti di ricerca sardi, scolaresche e pubblico interessato.

Un passo importante nella storia di questo imponente radio telescopio (64 metri di diametro per circa 70 metri di altezza).

Abbiamo chiesto un commento al professor Nichi D'Amico, professore ordinario di astrofisica all'Università di Cagliari, direttore per otto anni dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari (attualmente diretto dal dottor Andrea Possenti) ma soprattutto direttore del progetto SRT.

"SRT rappresenta la grande duplice sfida lanciata alla fine degli anni 90 dal Ministero della Ricerca. La realizzazione di SRT infatti è da ricondurre a importanti scelte di sviluppo fatte dal Ministero della Ricerca alla fine degli anni ’90, e sancite nel D.M. 4 novembre 1997, nr. 648, “Piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse”. Con il successivo Protocollo d’Intesa fra il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Agenzia Spaziale Italiana e la Regione Autonoma della Sardegna, il progetto è stato ulteriormente finanziato, ed è stato poi preso in carico dall’Istituto Nazionale di Astrofisica nel 2003, a seguito del riordino degli Enti di Ricerca.

Ed ecco la duplice sfida: non solo un avamposto scientifico per la radioastronomia italiana, ma anche un volano di sviluppo locale. In occasione della Cerimonia Inaugurale di questo impianto, che si configura come una struttura di respiro internazionale, è certamente di grande soddisfazione prendere atto dell’impatto che il progetto ha avuto - grazie anche all’attenzione delle istituzioni politiche, accademiche e scientifiche isolane - sia sul territorio, sia sullo sviluppo scientifico e tecnologico locale. Tale impatto testimonia un formidabile processo di capitalizzazione dell’iniziativa governativa originaria.

Su una quarantina di attori industriali e/o professionisti che sono stati coinvolti a vario titolo nel progetto, costato circa 60 milioni di Euro, circa una trentina hanno base in Sardegna, per un indotto locale stimato dell’ordine di 25 milioni di Euro. Ma quello che più conta è il processo di capitalizzazione di questa iniziativa che è stato orchestrato dalle istituzioni locali, e che ha visto la realizzazione di una nuova sede cittadina dell’INAF in Sardegna dotata di ampi spazi per laboratori e officine e di strutture aperte al pubblico; l’inserimento del sito di SRT nella rete regionale di Supercalcolo CyberSAR, l’attivazione di percorsi specialistici di “Master & Back”, che ha visto numerosi giovani sardi coinvolti, e che costituisce il vivaio di arruolamento per la squadra operativa di SRT; l’attivazione di visite guidate al sito di SRT durante la fase di completamento degli impianti, che ha registrato un paio di migliaia di visitatori all’anno, e che con l’imminente apertura del Centro Visitatori potrà costituire un eccellente polo di turismo scientifico.
"

Insomma, chi crede che SRT sia "solo" un radio telescopio, per quanto sofisticato e imponente, probabilmente avrà da ricredersi...