
Questa mattina l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Cagliari è stata il suggestivo teatro della cerimonia di consegna del Premio La Marmora. Il riconoscimento, istituito nel 1977 dal Club Rotary di Cagliari e giunto alla ventisettesima edizione, viene ogni anno attribuito a enti, istituzioni o studiosi non sardi che, con la loro opera, abbiano contribuito alla valorizzazione della Sardegna.
Quest’anno il premio è stato assegnato all’Istituto di Radio Astronomia di Bologna, per il suo ruolo determinante nella progettazione del Sardinia Radio Telescope, uno strumento che, con la sua eccellenza tecnologica e scientifica, contribuisce alla formazione di una immagine positiva della Sardegna.
A ritirare il premio, introdotto dal rettore dell’Università degli studi di Cagliari, la professoressa Luigina Feretti, attuale Direttrice dell’IRA e personaggio di spicco della radioastronomia italiana.
Nel suo discorso di ringraziamento, Luigina ha brevemente spiegato il progetto SRT e la sua storia, raccontando innanzi tutto com’è nata la radioastronomia osservativa in Italia, con la costruzione negli anni ’80 dei telescopi di Medicina e di Noto, fino alla progettazione di SRT alla fine degli anni ’90.
Luigina ha poi approfittato dell’opportunità per invitare a parlare Giancarlo Setti, padre putativo della radioastronomia italiana, e per ricordare il ruolo importante svolto dalla Regione autonoma della Sardegna, dall’Università di Cagliari e soprattutto dagli Osservatori Astronomici di Cagliari e di Arcetri.
Un premio all’IRA di Bologna, dunque, ma un premio che viene virtualmente assegnato anche a tutti coloro che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno lavorato e lavorano per rendere il Sardinia Radio Telescope uno strumento di eccellenza scientifica mondiale.
Nella foto, da sinistra: Angelo Poma, Nichi D’Amico, Luigina Feretti, Gabriele Giovannini, Giancarlo Setti e Andrea Possenti.