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10 MARZO 2015 ore 15:19
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Anche la "Donna sarda dell'anno" dice no all'accorpamento

La ricercatrice dell'OAC Marta Burgay è stata insignita del prestigioso premio "Donna sarda dell'anno" da parte del Lioness Club di Cagliari.
Anche la "Donna sarda dell'anno" dice no all'accorpamento

In un momento denso di preoccupazione per le sorti dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari (OAC), che rischia un discutibile accorpamento all'Istituto di Radio Astronomia di Bologna, è una grande soddisfazione per l'Osservatorio stesso il fatto che una delle sue ricercatrici abbia ricevuto il prestigioso riconoscimento di "Donna sarda dell'anno" da parte del Lioness Club di Cagliari.

La ricercatrice in questione si chiama Marta Burgay ed è nota alla comunità scientifica (e non solo) di tutto il mondo per aver scoperto nel 2003 l'unica doppia pulsar che si conosca attualmente. Marta lavora in Sardegna da undici anni per l'OAC, ed è pertanto ormai "sarda d'adozione", se così si può dire, nonostante le sue origini valdostane.

Il premio è stato consegnato ieri al Municipio di Cagliari, durante una cerimonia tenutasi nella sala consiliare alla presenza del sindaco Massimo Zedda e della presidentessa del Lioness Club di Cagliari Maria Bonaria Pau Pedemonte.

Marta costituisce un esempio di come la presenza femminile stia diventando sempre più importante e rilevante per la scienza: astronome e astrofisiche, ma anche fisiche, biologhe, geologhe, donne medico, nonché professioniste di tante altre discipline, danno un enorme contributo al progresso scientifico in tutto il mondo. Sono forse ancora troppo poche rispetto a quelle che potrebbero essere, ma per migliorare le cose da quel punto di vista bisogna lavorare a livello culturale, e rendere le bambine e le ragazze delle nuove generazioni consapevoli delle loro capacità anche dal punto di vista scientifico.

Marta si è detta molto felice del riconoscimento ricevuto e grata alla regione che ormai la ospita da tanti anni e che le ha dato modo di crescere molto a livello professionale. Riguardo all'ipotesi dell'accorpamento con l'Istituto di Bologna, la ricercatrice si dice "quanto meno perplessa, sarebbe una perdita sia in termini di prestigio e visibilità per la Sardegna che dal punto di vista pratico e di opportunità per le figure che vi ruotano, a partire dai precari". La voce di Marta si unisce a quella di tutto il personale dell'OAC, che forma un fronte compatto e agguerrito contro l'accorpamento, ritenuto non solo assolutamente privo di senso ma che priverebbe inoltre la Sardegna delle eccellenze sviluppate in tanti anni di lavoro presso l'OAC e il Sardinia Radio Telescope.

Tornando al prestigioso premio, complimenti a Marta da parte di tutto l'OAC!