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23 Febbraio 2017 ore 0:00

Trappist-1: il sistema planetario con 7 pianeti

Scoperto un sistema planetario di 7 pianeti intorno ad una stella nana rossa a 40 anni luce dalla Terra. Sei pianeti sono rocciosi, tre in zona di abitabilità
Alle scoperte di nuovi pianeti extrasolari abbiamo ormai fatto il callo. E qualcuno sarà dunque rimasto deluso dalla conferenza spampa mondiale indetta ieri dalla NASA.
"Ma come? Tanto clamore e poi soltanto gli ennesimi nuovi pianeti?". Molti hanno sperato e atteso con ansia l'avviso epocale che non vediamo l'ora di sentire, la notizia di una evidenza di vita al di fuori della Terra. Ma ancora niente, dobbiamo aspettare.

La scoperta annunciata ieri è però davvero interessante.
Un sistema planetario di 7 pianeti, indicati con le lettere da b a h. Intorno ad una stella nana rossa, chiamata Trappist-1, dal nome dello strumento robotico a La Silla, in Cile, che ha contributo maggiormente alla scoperta.

Sei di questi sono rocciosi, e tre addirittura sono nella cosiddetta "zona di abitabilità", una fascia in cui un pianeta ha condizioni tali da rendere possibile la presenza di acqua liquida.
[Nell'immagine, una rappresentazione de sistema Trappist-1, courtesy "Chi ha paura del buio"]

Abbiamo chiesto un commento a Giambattista Aresu, ricercatore dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari nel campo della modellizzazione delle atmosfere degli esopianeti. 
"Il sistema di Trappist-1 è sicuramente intrigante. Si tratta di pianeti di piccole dimensioni, probabilmente rocciosi, tutti entro una distanza inferiore all'orbita di Mercurio attorno al nostro Sole. Ma la cosa più importante è che rappresenta un vero e proprio laboratorio per testare una vasta serie di modelli, che vanno dalla dinamica dei sistemi planetari alla dinamica delle atmosfere dei pianeti di tipo terrestre."

Ha dunque senso parlare di ricerca di vita in un sistema di questo tipo? "Certo, - risponde Aresu - la stella centrale è una stella molto diversa dal nostro sole: una stella 10 volte più piccola e molto più fredda, e dunque molto meno luminosa e più rossa. E i pianeti sono davvero vicini! Decisive in questo senso saranno le osservazioni dei futuri telescopi come il James Webb Space Telescope (JWST) o l'European Extremely Large Telescope (E-ELT), osservazioni mirate a capire qualcosa in più sulla composizione delle eventuali atmosfere di questi pianeti, e quindi capire se ci siano quelli che chiamiamo i marker della vita, come l'ossigeno."

Non ci resta che aspettare fiduciosi.SalvaSalva

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